• Ragade anale


    • La ragade anale è una ferita del bordo anale che nelle fasi iniziali può provocare lievi fastidi come prurito o sanguinamento. E’ frequente in persone che soffrono di stitichezza e che emettono feci dure e voluminose. Quando invece la malattia è in fase più avanzata il dolore si fa sempre più intenso, specialmente dopo la defecazione. Andare in bagno diventa un vero incubo. Il paziente affetto da ragade cerca di non andare al bagno per non scatenare le crisi dolorose. La terapia medica può essere risolutiva se effettuata precocemente. Per risolvere la fase cronica bisogna ricorrere all’intervento chirurgico che si effettua ambulatoriamente o con il ricovero di un giorno (day surgery).

      1. Le cause
        Le cause di questa patologia non sono state interamente chiarite. La ferita può essere causata da defecazioni con sforzo o da agenti meccanici (ossa di pollo, lische di pesci, residui alimentari irritanti) che provocano una lesione dell’ano che, ogni volta che passano le feci si riapre e diventa sempre più profonda e fastidiosa. Il dolore insorge durante o dopo la defecazione e si protrae da pochi minuti ad alcune ore. Alla base sembra esservi uno spasmo riflesso dello sfintere anale.
      2. Cosa fare
        Almeno il 70% delle ragadi anali guarisce con l’ausilio di particolari creme (contenenti nitroglicerina in concentrazione dallo 0.2% al 1%) o con l’uso di dilatatori anali.
        Inoltre è importante una dieta ad alto contenuto di fibre (frutta, verdure, cereali integrali etc.) associata ad una ragguardevole ingestione di liquidi.
        Cercare quindi di emettere feci morbide aiutandosi con blandi lassativi, fare impacchi o bidet caldi ripetuti più volte nella giornata e assumere antidolorifici.
        E’ importante che le cure vengano effettuate precocemente.
        In caso di fallimento della terapia medica e dietetica non rimane che l’intervento chirurgico



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